Ue vuole mappa fondali per crescita blu

Realizzare una mappa dettagliata dei fondali marini europei per creare nuove opportunità di crescita ‘blu’ nell’Ue. La proposta arriva dalla Commissione europea, che intende creare entro il 2020 una mappa digitale dei fondali marini dell’Unione, riunendo tutti i dati esistenti in una banca dati coerente e accessibile a tutti. A questo scopo è partita una consultazione online, che sarà aperta fino al 15 dicembre di quest’anno.

“L’economia europea – ha spiegato Maria Damanaki, commissario Ue agli affari marittimi e alla pesca – può trarre beneficio da un approccio più strutturato alla conoscenza dell’ambiente marino. Questo approccio può migliorare la competitività di quanti operano nei nostri mari e sulle nostre coste per un ammontare di 300 milioni di euro all’anno e creare nuove opportunità per un valore di altri 200 milioni di euro all’anno”.

Per il commissario Ue “si stima che, se fosse possibile ridurre del 25% annuo l’incertezza relativa al futuro innalzamento del livello dei mari, sarebbe possibile ogni anno per i responsabili della protezione delle coste europee un risparmio di altri 100 milioni di euro. Una prima serie di progetti pilota ha dimostrato la fattibilità di questo approccio e ci baseremo sugli insegnamenti tratti da queste esperienze”. Secondo la Commissione Ue i mari e oceani europei offrono nuove opportunità di crescita e di occupazione e per sfruttare al massimo questo potenziale occorre una migliore conoscenza di quello che avviene in fondo al mare.

La nuova mappa digitale multi risoluzione continua dei fondali marini europei, che sarà accessibile a tutti, deve presentare la massima risoluzione possibile e includere aspetti quali la topografia, la geologia, gli habitat e gli ecosistemi. Deve inoltre offrire un accesso a osservazioni e informazioni aggiornate sullo stato fisico, chimico e biologico della colonna d’acqua, accompagnate da dati relativi all’impatto delle attività umane e da previsioni oceanografiche. Questi dati sono attualmente in possesso di centinaia di enti europei e risulta difficile fare ricerca in base ad un determinato parametro in un settore particolare, ottenere l’autorizzazione per utilizzarli e renderli omogenei.

 

 

 

Mediterraneo: il mare più inquinato da idrocarburi

Il Mediterraneo è “in assoluto il mare più inquinato da idrocarburi”. A segnalare il problema è il responsabile delle campagne di Greenpeace, Alessandro Giannì. Malgrado i fenomeni di inquinamento più evidenti sono stati risolti, evidenzia come ‘‘ci sono cause più subdole che destano preoccupazione”, come ad esempio il rumore, sostanze tossiche misconosciute e il cambiamento climatico.

Tornando all’inquinamento da idrocarburi, di cui il Mare Nostrum soffre, esso è causato dal fatto che da qui ‘‘passa il 30% del traffico commerciale petrolifero”. A soffrire di più, specifica Giannì ‘‘è la sponda sud del bacino”.

La prima causa è da ricercare nell’aumento esponenziale della popolazione ‘‘che da 250 milioni è passata ad oltre 500 milioni di abitanti”. Urbanizzazione, porti, sversamenti in mare rendono così il Mediterraneo sporco.

Ma oltre alla plastica, che resta il nemico numero uno in termini di rifiuti, ci sono anche altri fattori che minacciano questo mare, ‘‘come ad esempio il rumore, causato da traghetti o dai lavori lungo la costa, che ha un impatto negativo sui cetacei”. Secondo Giannì, inoltre, ‘‘ci sono anche altre sostanze tossiche, come ritardanti di fiamma, che non vengono prese in considerazione ma che hanno effetti pericolosi per la salute”.

Le fonti di emissioni più pericolose, dunque, ‘‘non sono quelle evidenti. Tutti temono la marea nera ma, in realtà, molto petrolio arriva in mare a causa del nostro utilizzo”, conclude Giannì.

 

Fonte www.zeroemission.tv

 

 

Voi amate il mare..?

Voi amate il mare, capitano? – Si! L’amo! Il mare è tutto. Copre i sette decimi del globo terrestre; il suo respiro è puro e sano; è l’immenso deserto in cui l’uomo non è mai solo, poiché sente fremere la vita accanto a sé. …Il mare non è altro che il veicolo di un’esistenza straordinaria e prodigiosa; non è che movimento e amore, è l’infinito vivente.
Jule Verne, Ventimila leghe sotto i mari

 

 

 

Al mare o in montagna scegliamo la vacanza eco-sostenibile

Turismo eco-sostenibile? Come riconoscere le strutture attente al tema della sostenibilità ambientale? Ecco dieci semplici punti da notare:

1. Rifiuti

Raccolta differenziata, riduzione dei volumi prodotti con vuoti a rendere, ricariche ed altre forniture a basso contenuto di imballo e con la graduale eliminazione delle monodosi alimentari e sanitarie; ove possibile, compostaggio in loco.

2. Acqua

Riduzione dei consumi pro capite con l’applicazione di riduttori di flusso ed altre tecnologie per il risparmio idrico; invito all’uso responsabile al personale e ai clienti della struttura; ove possibile, raccolta e riutilizzo delle acque piovane/grigie.

3. Energia

Riduzione dei consumi con l’applicazione diffusa di lampadine a basso consumo, razionalizzazione dell’illuminazione esterna e delle parti comuni (temporizzatori, crepuscolari ecc.); scelta di elettrodomestici e caldaie a basso consumo; scelte orientate al risparmio energetico nell’acquisto di nuove apparecchiature e caldaie e negli interventi strutturali; produzione e utilizzo di fonti rinnovabili.

4. Alimentazione

Utilizzo di frutta e verdura fresche, da agricoltura biologica o a lotta integrata, in base alla disponibilità dei mercati locali; non uso di OGM; offerta costante di prodotti biologici al buffet della prima colazione.

5. Gastronomia

Promozione della cucina del territorio e delle ricette realizzate con prodotti tipici locali con almeno un menu tipico settimanale.

6. Trasporto

Promozione del trasporto collettivo pubblico o privato con informazioni su orari e percorsi e vendita dei biglietti; informazioni su sentieri e percorsi naturalistici, itinerari fluviali, piste ciclabili.

7. Mobilità leggera

Promozione delle aree pedonali e delle piste ciclabili; disponibilità di biciclette e/o mountain bikes ai clienti per brevi spostamenti; ove possibile, predisposizione di aree di servizio per bici e barche e utilizzo di mezzi a basso impatto all’interno di parchi e campeggi.

8. Rumore

Contenimento dei rumori, soprattutto nelle ore notturne, con la collaborazione attiva del personale e degli ospiti nel rispetto degli orari di riposo e delle norme previste all’interno della struttura e nelle immediate vicinanze; scelte antirumore negli interventi strutturali.

9. Beni naturali e culturali

Diffusione di informazioni, in modo per quanto possibile efficace ed aggiornato, su eventi, monumenti ed aree di interesse storico, artistico e naturale; promozione di visite ed itinerari locali alternativi; ove possibile, comportamenti attivi di tutela del territorio immediatamente circostante la struttura (es. aree montane, sentieri); ove possibile, nella realizzazione di aree verdi preferire piante autoctone.

Sul mare…

Sul mare non è come a scuola, non ci stanno professori. Ci sta il mare e ci stai tu. E il mare non insegna, il mare fa, con la maniera sua.
Erri De Luca, I pesci non chiudono gli occhi

 

Mediterraneo da remare

Godersi il mare senza il rumore di motoscafi e acquascooter che, per il divertimento di pochi, inquinano e disturbano le vacanze di tutti: questo è l’obiettivo della campagna “Mediterraneo da remare” proposta da Fondazione Univerde in collaborazione con Marevivo e il Cts. Per porre un freno al dilagare di mezzi a motore nelle località balneari, ecco dunque partire un’iniziativa a sostegno di tutte quelle strutture turistiche operanti sui litorali marini, lacustri e fluviali che rinunceranno a noleggiare moto d’acqua e metteranno a disposizione dei propri clienti canoe o altre imbarcazioni a remi avviando così la diffusione di lidi, spiagge e villaggi “acquascooter free”.

Esistono infatti diverse modalità di fruizione del mare sostenibili e silenziose, come per esempio canoa, pedalò, imbarcazioni a vela, windsurf etc… A beneficiare del cambiamento, oltre agli stessi turisti, saranno anche gli abitanti dell’ambiente marino, tra cui le tartarughe marine che, proprio nel periodo estivo, si avvicinano alle coste per deporre le preziose uova.

Non è raro, purtroppo, che questi splendidi esemplari rimangano feriti da eliche e veicoli acquatici che, non curanti del pericolo, corrono a gran velocità tra le onde del Mediterraneo – e le teste dei turisti. L’iniziativa, giunta alla seconda edizione, sembra piacere e circa 500 stabilimenti balneari della regione Marche hanno già aderito, decidendo di diventare “acquascooter free” e mettendo a disposizioni dei bagnanti barche a remi o canoe.

Lo stesso campione olimpionico Bruno Mascarenhas ha partecipato alla prima tappa di presentazione della campagna a San Benedetto del Tronto, esibendosi con una remata in mare. E non è finita, le strutture aderenti alla campagna vengono segnalate con un marchio che ne identifica l’eco-impegno: «C’è una classificazione con i remi – spiega Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della FondazioneUniVerde – degli stabilimenti acquascooter free: un remo indica i lidi dove non è possibile affittare gli acquascooter, due remi segnalano quelli dove è possibile affittare canoe o imbarcazioni a remi, tre remi individuano quegli stabilimenti che hanno una condotta ecosostenibile».

Sicilia: il mare è in pericolo

Le splendide acque della Sicilia sono in pericolo: l’inquinamento avrebbe ormai raggiunto livelli intollerabili. È quanto riporta Legambiente con la sua iniziativa annuale Goletta Verde, che si preoccupa di monitorare coste, spiagge e acque al largo delle principali località di balneazione italiane.

Non solo alle foci dei fiumi o a ridosso delle spiagge, ma addirittura anche in alcune riserve naturali: è questa la situazione critica della Sicilia, dove rifiuti e scarichi inquinanti stanno minacciando la salubrità delle acque e mettendo a repentaglio la flora marina. Su 19 punti di analisi rilevati da Legambiente, ben 10 sono risultati inquinati.

La maglia nera spetta alla spiaggia di Tonnara Bordonaro alla borgata di Vergine Maria, nel Palermitano. Le acque qui sono talmente inquinante da aver spinto le istituzioni a decretare il divieto di balneazione, nonostante famiglie – e soprattutto bambini – continuino senza sosta a immergersi e a giocare lungo il bagnasciuga. Seguono, quindi, la località San Cusumano-Casa Santa Erice di Trapani, la foce di Canale Grimaldi e la spiaggia di Pantalelli a Siracusa e le riserve del fiume Irminio di Ragusa. Non va meglio nemmeno a Catania e Messina: ad esempio il comune di Calatabiano che ha mostrato rilevazioni altamente inquinanti nelle sue acque.

Legambiente misura i parametri degli inquinanti previsti dalla legge, tra cui anche la presenza disciolta in acqua di enterococchi intestinali. A provocare questi tassi preoccupanti, non solo i rifiuti abbandonati a riva o gettati nelle acque, ma anche scarichi industriali e l’assenza di adeguati sistemi di depurazione cittadina. E così son diverse le “bandiere nere” assegnate alla nota isola dello Stivale: alla società Caltaqua per la gestione del depuratore di Gela e alle società Isab e Sai 8 per quello di Siracusa. Gianfranco Zanna, direttore di Legambiente Sicilia, ha così commentato i dati:

«La fotografia scattata da Goletta Verde conferma le nostre preoccupazioni sulla situazione depurativa regionale che è ormai un’emergenza nazionale. Non è un caso che due delle tre bandiere nere siano dirette a chi ha gestito in maniera scandalosa gli impianti di depurazione di Siracusa e di Gela. Nel caso di Siracusa, l’impianto di depurazione, al momento è sotto sequestro e siamo pronti a costituirci parte civile nel processo penale che seguirà alle indagini. Chiediamo verità e giustizia per questi casi che ledono l’ambiente e l’immagine della nostra regione.»

 

Fonte: Repubblica

 

“Ma il mare non vale una cicca?”

Torna il 4 e 5 agosto l’iniziativa di Marevivo e JTI per liberare oltre 350 spiagge dai mozziconi. In tutt’Italia mille volontari distribuiranno 100.000 posacenere tascabili. Testimonial d’eccezione l’attore Sebastiano Somma.

Per quanti desiderano quest’estate prendere il sole senza zigzagare tra i mozziconi lasciati sulla spiaggia, torna il posacenere tascabile e riutilizzabile della campagna di Marevivo a salvaguardia degli oltre 8 mila km di costa del nostro Paese.

La quarta edizione dell’iniziativa “Ma il mare non vale una cicca?” – lanciata dall’associazione ambientalista Marevivo in collaborazione con JT International SA (JTI), – sará realizzata con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, del Corpo delle Capitanerie di Porto e il supporto del SIB – Sindacato Italiano Balneari. Testimonial di quest’anno l’attore di teatro, cinema e televisione Sebastiano Somma.

Il weekend del 4 e 5 agosto, una squadra di 1.000 volontari, guidati dall’associazione, sará all’opera lungo le coste italiane per distribuire 100.000 posacenere, insieme a un opuscolo sui tempi di degrado in mare di alcuni oggetti che fanno parte della vita di tutti i giorni, tra cui lattine, accendini, bottiglie di vetro e di plastica.

La campagna “Ma il mare non vale una cicca?”, – partita nel 2009, negli anni ha visto crescere notevolmente il numero delle spiagge e delle aree marine protette, isole comprese, grazie alla collaborazione attiva dei cittadini. Per la quarta edizione i tratti di mare antistanti aree di particolare pregio come Ponza e Portofino saranno nuovamente coperti grazie alla distribuzione a bordo dei gommoni, fra le novitá, invece, spiccano Bordighera, l’isola di Pianosa, Positano, Scilla e l’isola di Sant’Erasmo a Venezia.

Con questa iniziativa si eviterá che sulla battigia o in acqua finiscano – stimandone circa 6 per ogni posacenere – 600.000 filtri al giorno, pari a 18 km di costa ininterrotta, cioè l’equivalente del tunnel sottomarino piú lungo del mondo che collegherá in futuro Copenaghen alla Germania.

Utilizzare il posacenere portatile per la raccolta di mozziconi mozziconi – che continuano a rappresentare il 40% dei rifiuti nel Mar Mediterraneo – vuol dire contribuire a ridurre i fattori di rischio per la sopravvivenza di cetacei, tartarughe, uccelli marini e pesci che popolano i nostri mari, giá messi in pericolo dalle migliaia di rifiuti di vario genere abbandonati ogni anno. Considerando un consumo medio di 12 sigarette per fumatore, si puó ragionevolmente affermare che quasi otto milioni di cicche sono state risparmiate al mare e alla spiaggia per effetto delle tre precedenti edizioni.

In Italia, con un totale di 10,8 milioni fumatori attivi di nel 2012 (Dati Istituto Superiore di Sanità 2012), un comportamento attento all’ambiente può generare un effetto positivo a catena: se stimiamo che un fumatore medio usi regolarmente il posacenere, riutilizzandolo una volta svuotato, ben 1,2 milioni di sigarette troverebbero posto ogni giorno tra i rifiuti anziché in spiaggia o per le strade delle cittá.

“Non dobbiamo dimenticare che il mare non é solo un luogo dove passare le proprie vacanze, ma un ambiente dove persone e specie marine vivono tutto l’anno. La gestione dei rifiuti viene prima di tutto dalla disponibilitá dei singoli a rispettare l’ambiente che li circonda e questo vale anche per i mozziconi di sigarette che devono essere correttamente smaltiti. Appoggio con piacere la campagna di Marevivo in quanto é una delle iniziative che si pone come obiettivo quello di sensibilizzare i bagnanti a compiere un piccolo ma significativo gesto”, ha sottolineato il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini.

“Ognuno di noi puó fare la differenza. Anche quest’anno la nostra iniziativa ‘Ma il mare non vale una cicca?’ mostra come, attraverso l’impegno di tutti e assumendo comportamenti piú responsabili e rispettosi dell’ambiente, si possa difendere e tutelare le nostre spiagge e le nostre coste” é il commento di Carmen di Penta, direttore generale di Marevivo.

“Anche quest’anno siamo al fianco di Marevivo per continuare a offrire un contributo tangibile alla salvaguardia dell’ecosistema marino e delle spiagge italiane, sensibilizzando i fumatori a un comportamento responsabile nei confronti dell’ambiente. JTI in Italia ha distribuito oltre 3 milioni di posacenere portatili in molte localitá turistiche e nelle principali cittá italiane grazie a diverse iniziative, e continueremo a farlo al fine di raggiungere un comportamento da parte dei fumatori orientato alla tutela dell’ambiente che ci circonda”, ha dichiarato PierCarlo Alessiani, Presidente e Amministratore Delegato di JT International Italia.

“Usare questo posacenere è un gesto che fa bene non solo alla spiaggia ma anche a noi stessi, che abbiamo veramente bisogno di compiere pratiche a favore della tutela del mare, patrimonio di tutti – ha spiegato Sebastiano Somma – perció sono molto contento di promuovere questa iniziativa che sensibilizza le persone a non usare la spiaggia come posacenere”.

La campagna in sintesi:

353            spiagge coinvolte

4 e 5 agosto            date dell’iniziativa

100.000            posacenere tascabili distribuiti

1.000            volontari impegnati nella campagna

1,2 milioni            mozziconi al giorno raccolti nei posacenere tascabili

 

Fonte: marevivo.it

 

 

La spiaggia non dimentica

Marevivo contro l’abbandono dei rifiuti sulla spiaggia e in mare.

Per incuria, inciviltà o semplicemente per una distrazione di pochi secondi vengono abbandonate sulle nostre coste ogni anno tonnellate di materiali solidi e pericolosi di origine umana: i rifiuti rappresentano ineludibilmente un ‘ricordo’ da serbare molto a lungo per le nostre spiagge, che hanno una memoria degna di un elefante.
“La spiaggia non dimentica. Per lasciare un rifiuto ci metti un secondo. La spiaggia se lo ricorderà per anni”, recita così il claim della campagna contro l’abbandono dei rifiuti sulle spiagge e in mare dell’associazione ambientalista Marevivo, firmata da Roncaglia & Wijkander, agenzia di pubblicità del Gruppo Roncaglia, lanciata in questi giorni.
Si tratta di un annuncio particolarmente d’impatto, dove si sottolinea come la spiaggia “ricordi” per anni ogni singolo rifiuto. Questi, infatti, sono i tempi di smaltimento di alcuni dei rifiuti più comuni lasciati sulle spiagge: bottiglie di plastica: 1.000 anni; carte telefoniche: 1.000 anni; lattine di alluminio: 500 anni; buste di plastica: da 10 a 20 anni; mozzicone di sigaretta: da 1 a 5 anni; gomma da masticare: 5 anni. E la spiaggia nell’annuncio ha una “memoria da elefante” in tema di rifiuti. Secondo il Consiglio Generale della Pesca nel Mediterraneo (FAO) sono oltre 6 milioni di tonnellate i rifiuti scaricati ogni anno nei mari.

La campagna è on-air sul circuito IGP Decaux con circa 185 impianti nella sola Roma, la metà dei quali è retro-illuminata. Verrà poi replicata su vari circuiti di affissione nazionali e su stampa per tutta l’estate. Lo scorso anno con una campagna sul tema dei rifiuti in mare, Marevivo e Roncaglia & Wijkander si sono aggiudicati il “SetteGreen Awards” del Corriere della Sera.

Fonte: marevivo.it

 

Recuperare energia dalle cicche di sigarette…

Qual è l’impatto del tabacco sull’ambiente? Può una sigaretta essere ecologica?

Il fumo fa male all’ambiente? L‘ENEA ha risposto a queste e a molte altre domande sui rapporti tra ambiente e tabacco nel convegno organizzato a Roma con ricercatori, società scientifiche, esperti ed industriali del tabacco, con la partecipazione dell’ex ministro della Salute, Girolamo Sirchia.

Il primo rapporto su ambiente e tabacco dell’ENEA risale al 2010 quando si mise in evidenza il pericolo delle cicche di sigaretta per la loro elevata tossicità nel tempo, mozziconi capaci di liberare nell’ambiente oltre 4.000 sostanze chimiche nocive; ad oggi lo studio viene confermato ma vengono anche considerati gli effetti del fumo e delle cicche di sigaretta sull’inquinamento indoor e sull’incremento delle polveri sottili nelle aree urbane. I mozziconi di sigaretta abbandonati nei mari, nei laghi e nei corsi d’acqua sono responsabili dell’inquinamento e delle intossicazioni gravi di pesci e uccelli; ma sono un problema molto significativo anche per le zone urbane.

Il loro smaltimento ha elevati costi sia in termini economici che di salute dei cittadini. L’argomento, trattato dal Presidente dell’AMA Piergiorgio Benvenuti che ha illustrato le azioni messe in atto a Roma, è stato condotto anche da Giacomo Mangiaracina, Presidente dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione. La citazione di due comuni virtuosi, come Cremona e Lecce, fa sperare che si possano condurre campagne di sensibilizzazione e di decoro urbano importanti.

La Eko-Technology ed ENEA hanno illustrato il piano per il recupero di energia dalle cicche di sigaretta utilizzando tecniche a basso impatto ambientale, attraverso il processo di pirolisi, ossia un proesso di decomposizione termochimica ottenuto con l’uso di calore che produce composti organici gassosi. Con tale processo è stato possibile separare e dunques smaltire i gas tossici prodotti durante la combustione delle sigarette e di recuperare energia dal gas di pirolisi ottenuto.

Fonte: http://www.ecologiae.com